LA LISTA E’ VITA: sopravvivere alla preparazione (moltiplicata x 4) dei bagagli per un viaggio verso la Lapponia.

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Cosa intendevo dire con “sacchi h20 repellenti nella cassa in alto”????

Questo tuo mese di Luglio si sta rivelando denso di scossoni: vedi di non accanirti a cercare un significato recondito come al solito, per favore. Perchè non c’è, o comunque tanto non ci arriverai ora.

I ragazzi sono ancora al mare; ti ritrovi da solo in questo calderone bollente a ultimare i preparativi per la partenza di venerdì. Bisognerebbe essere metodici forse, ma tu non lo nacqui: compili liste destinate ad essere perse in breve tempo o che, nel migliore dei casi, un paio di giorni dopo non riuscirai più a decifrare. Di conseguenza ti rassegni ben presto a fare le cose the way of the dog’s dick. IMG_2940

Vediamo un po’, allora. Prima di tutto, le necessità dei ragazzi:

Abbigliamento che copra il delta compreso tra costume+infradito e piumino+scarponi. Un delirio, soprattutto da quando i due più grandi  hanno cominciato a crescere per SALTI QUANTICI: potrebbe essere che al ritorno dal mare gli vadano piccole cose che gli erano enormi un mese fa. Non si fa così, però.

Vettovaglie per colazione / pranzo / cena / merenda / momentodimprovvisanostalgiachepiovefafreddoequituttiparlanostrano. Anche qui è un casino, perchè quei tre si sono messi d’accordo di nascosto (ne sei sicuro) per fare in modo che non ci sia una pietanza UNA che piaccia a tutti contemporaneamente. Devono avere una specie di tabella excel da qualche parte con tutte le combinazioni di cibo possibili, e loro si incontrano periodicamente in assemblee carbonare per aggiornare in segreto le preferenze, facendo attenzione che non coincidano mai per tutti e tre :“Maia, mi dispiace ma d’ora in poi tu dovrai rinunciare alle cozze. Le rifiuterai simulando conati di vomito”. “Oh no, mi piacevano tanto”. (Piange) “Sigh, povera me”.”Lo so sorella, anche io non potrò più mangiare la pasta al pesto che amavo… ma è un sacrificio che va fatto, non vorrai mica rendere la vita facile a mamma e papà?”. (Guardando il cielo tra le lacrime) “Questo MAI!” (Si abbracciano).

Medicine. Sei stato cresciuto nella convinzione che l’aspirina fosse la panacea per qualunque male, e ancora oggi consideri qualunque altro farmaco efficace quanto i Fiori di Bach. Ma pediatri e medici col tempo hanno scalfito questa granitica convinzione: non si può semplificare coi bambini, e poi l’aspirina fa male allo stomaco. E allora ecco apparire antipiretici rosa, antinfiammatori gialli, pomate rosse, colliri azzurri. Poi non saprai che fartene perchè ti rompi a leggere i bugiardini, e finirai per dargli un’aspirina (“Vedrai che con questa la costola rotta si aggiusterà in un paio di giorni”).

Libri. Mmm. Comprare i libri per i ragazzi prima di un viaggio è una delle gioie della vita. Vediamo un po’: un bel mattonazzo di fantascienza cervellotica per il grande; qualche cosa di buffo e un pochino femminista per la piccola. E infine per Emma, ma in realtà per tutti, inevitabilmente questo.

Musica. Tanti anni di spostamenti coi figli ti hanno permesso infine di scoprire il Segreto della Tranquillità Automobilistica: gli sceneggiati radiofonici. Sì signori, il modo più efficace per intrattenere i ragazzi in auto è una roba da ANZIANI. Non è facile trovarne in italiano, ahimè non abbiamo la BBC qui. Bisogna spulciare l’internette e spesso hanno una qualità audio mediocre, ma sono ugualmente in grado di ipnotizzare letteralmente le creature (e a dire il vero pure te). Quest’anno hai puntato su: Blade Runner;  Tex Willer; la biografia di Bruce Lee (“Non potrete mai chiamare il vento, ma potete lasciare la finestra aperta”. NO, MA SCUSATE EH); Belfagor il fantasma del Louvre; e un mucchio di altri tra i quali, direttamente dal 1949, “Vi parla Alberto Sordi” (!). Poi vabè, c’è la musica. Ma quella la racconti in tempo reale.

Film. Per le sere di maltempo chiusi in furgone. Non è facile conciliare i gusti cinematografici di ragazzi di età così diverse. E allora investi in classici: tutto Myiazaki per Maia, che comunque si guarda qualsiasi cosa; poi Animal House, Point Break, il Grande Lebowsky, Moonrise kingdom, the Blues Brothers, i Goonies, Stand by me, La Grande Fuga. Per finire, “I soliti ignoti”. Insomma da Totoro a Totò, va benissssssssimo direi.

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Potresti leggerli mentre guidi. Ah no, è pericoloso: fa venir la nausea leggere in auto

E per te invece? La solita strategia di portare i vestiti più vecchi e rovinati, così man mano li butti via? Dieta a base di radici, insetti e birra, per risparmiare? E poi cosa te ne fai di quei libri, di quei film con Shirley MacLaine coi collant verdi o Jack Nicholson col naso tagliato, davvero credi che avrai tempo libero per (ri)guardarteli? Pffffft. Pensa piuttosto a stare concentrato sulla strada, che è lunga. E non distrarti a guardare le svedesi.

PRIMO TEST DRIVE: breve fuga da una metropoli in sindrome PM

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In primo piano, il figliuolo più grande chino a risolvere un’impegnativa equazione algebrica di secondo grado con l’ausilio di un abaco ricavato con i sassolini

Milano, Montemarcello, Fontanellato – 13/14 Giugno 2015

Milano arriva al venerdì esausta, compressa da una bolla di calore e umidità che si gonfia e non trova sfogo. Il livello medio di isteria della città raggiunge livelli preoccupanti, in una sorte di sindrome premestruale collettiva. I mezzi pubblici sono ridotti a bivacco di imbruttiti razzisti che berciano  (parole chiave imposte dalla cronaca locale: machete, scabbia, malaria, caldo. Probabilmente gli stessi argomenti di conversazione dei battelli del Rio Delle Amazzoni), le strade sono in balia di suonatori compulsivi di clacson. Il sollievo arriverà nel corso del weekend, sotto forma di abbondanti precipitazioni: è il momento di fuggire coi ragazzi e andare a testare il furgone lontano dalla città. Sabato escono i tabelloni del liceo del più grande, lo recuperi alla una un po’incazzato (matematica a Settembre, non potrà contare sul tuo aiuto perchè sei rimasto alle divisioni a due cifre) e punti verso quel fazzoletto di terra stretto tra Liguria, Emilia e Toscana dove pare che il sole splenderà.

IMG_2285Due ore e mezza dopo L’Orso Volkswagen si arrampica senza sforzo sul promontorio del Caprione. Lo abbandonate nei pressi dell’imbocco del sentiero che porta alla spiaggia: 700 gradoni di pietra e legno per superare il dislivello che separa il paese dalla spiaggia. Il percorso si snoda riparato dal bosco di pini di Aleppo e lecci, e i ragazzi lo percorrono senza neppure troppe lamentele, anzi appena si comincia a intravedere l’azzurro in fondo al bosco scattano come grilli lungo il sentiero. L’ultimo centinaio di gradoni ti tocca  Maia sulle spalle (le tue ginocchia ti ringrazieranno per l’intera settimana) e giungete alla spiaggia più bella della Liguria, una striscia di sassolini neri punteggiata da rocce, con alle spalle un dirupo su cui si arrampica la macchia. Il mare è grosso e regala onde spumose, le ragazze strillano lasciandosi travolgere, Mitia galleggia facendosi portare dalla corrente. Non sarà facile, ad Agosto, senza questo allegro pozzangherone blu che chiamano Mediterraneo…

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ma “chi cucina lava i piatti” che regola del cazzo è?

Vi fermate a dormire in un campeggio semiabbandonato, un grande spiazzo erboso scandito da filari di pioppi. Prepari la cena per tutti e al calare della notte li metti a letto: la scarpinata per la spiaggia ha spezzato le reni alla prole. Prima di addormentarti fumi una sigaretta, pensando all’infinita to do list che è diventata la vita di molti ormai: ma come sopravvivere quando ogni cosa è una priorità? Quello che facciamo di solito, più o meno consapevolmente, è cominciare dalle cose più minacciose, quelle che “strillano” di più. Mettendole a tacere via via scorriamo la lista, avvicinandoci alle cose più piacevoli che ci aspettano fiduciose e sorridenti sul fondo. Ecco però che qualcuno si mette a strillare di nuovo là dietro, e noi corriamo a zittirlo; le cose belle possono aspettare ancora un po’. Non ci rendiamo conto che così facendo assecondiamo un sistema perverso, per cui quello che urla di più si sente legittimato dalla nostra sollecitudine a continuare a farlo, mentre il dolce che attende paziente lentamente scivola via. E’grottesco, ma forse bisognerebbe davvero sforzarsi di fare prima le cose belle. Sforzarsi di tagliare prima le unghie alla mano sinistra, come direbbe qualcuno.

La mattina di domenica il tempo è cambiato: nuvole basse nascondono il cielo, e una leggerissima pioggerella bagna i vestiti di chi si avventura fuori dal furgone. Rapidamente prepari la colazione, impacchetti tutto e ripartite. A bordo dell’Orso scatta il partitone a “ho la nausea”: pur di sedersi davanti tutti e tre le creature lamentano fantomatici sintomi di mal d’auto. Alla fine la spunta la piccola Maia, che dopo essersi lambiccata con la playlist dell’iphone (un infinito ping pong tra questa e questa, fino all’esaurimento) si addormenta; gli altri russano da un bel po’. Bella compagnia che mi fate, pensi, in realtà contento di poter riprendere il controllo della musica. Fuori scorrono umide le colline boscose della Lunigiana.

A Parma OvestIMG_2228 la svolta brusca per uscire dall’autostrada risveglia tutti. “Dove siamo?“, sbadiglia il più grande. “Vi porto a vedere un posto speciale. Vi piacciono i labirinti?” rispondi seguendo la statale che attraversa campi gialli di grano verso Fontanellato. Non te ne voglia l’esimio FMR (che di sicuro ti legge assiduamente), ma al primo impatto il complesso del Labirinto della Masone paga l’uso un po’ disinvolto del mattone: l’effetto Esselunga è dietro l’angolo (forse Caprotti potrebbe iniziare ad osare un po’). Una volta entrati però il labirinto è una meraviglia, una foresta di bambù che cresce selvaggia ed essenziale fino a nascondere il cielo. La casa museo è una sorpresa, contenitore di opere curiose e perturbanti (vedi la sala con le vanitas ai limiti dello splatter), divertente e piacevole da percorrere. Poi la mostra su Ligabue, vabè: tra  tonsille di leopardi e autoritratti di tre quarti, insomma il trito repertorio, salta fuori una dIMG_2259elirante battaglia nella neve tra russi, orsi, renne e lupi che pare Hugo Pratt (c’è anche Rasputin!). E infine l’esposizione delle pubblicazioni della FMR, tutte rigorosamente in Bodoni, tra cui questa che vorresti tanto nascondere sotto la maglietta di Maia per poi avviarti con disinvoltura verso l’uscita (“mia figlia porta il busto correttivo, sa. Ah si sì, adesso li fanno così, tutti quadrati, funzionan meglio”). Uscite giusto in tempo per prendervi secchiate d’acqua nei 100 metri che vi separano dal furgone. All’altezza di Lodi ti sembra di essere a Ottobre, alla barriera di Melegnano a Novembre.

Rientrato in città, trovi Milano sotto le coperte con una tazza di tè caldo e i biscotti, felicemente imbottita di Moment® Rosa: finalmente piove.

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